Nel centro di Roma, tra vicoli che conoscono le stagioni della città e clienti che tornano da anni, una trattoria ha scalato la vetta di una classifica nazionale. Roscioli Salumeria con Cucina si è aggiudicata il primo posto nella guida 50 Top Italy 2026 dedicata alle trattorie e bistrò moderni, una valutazione che pesa sull’identità gastronomica contemporanea. La motivazione non è soltanto nella carta: gli ispettori hanno evidenziato l’attenzione al servizio, la cura degli ambienti e la qualità delle materie prime, elementi che nel tempo hanno costruito un rapporto di fiducia con la clientela.
La storia del locale parla di continuità famigliare: sono ormai quattro generazioni a gestire il passo della cucina e della salumeria, e questo legame con la memoria gastronomica della capitale emerge nel piatto e nell’accoglienza. Il Lazio guida la graduatoria regionale con sette insegne premiate, segno di una rete territoriale che funziona e che viene riconosciuta anche fuori regione. Un dettaglio che molti sottovalutano è la capacità di alcuni locali di integrare tradizione e nuovi linguaggi culinari senza perdere autenticità.
Il balzo dal quarto al primo posto registrato da Roscioli non è un caso isolato: la classifica mette in luce dinamiche di cambiamento diffuse in tutto il paese, dove alcune aree ritrovano slancio e altre consolidano la tradizione. Roma in questo senso non è sola, ma rappresenta un centro di attrazione per chi ricerca convivialità e materie prime tracciate. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la maggiore frequenza delle prenotazioni serali, indice di come la trattoria sia diventata un appuntamento fisso nella vita urbana.

Il podio e le tendenze che emergono
La classifica completa mostra un panorama regionale variegato: al secondo posto si colloca l’Antica Osteria del Mirasole, a San Giovanni in Persiceto, guidata con continuità da cuoche e osti esperti che mantengono salde le tradizioni locali. Sul terzo gradino sale l’Abraxas Osteria di Pozzuoli, dove una cucina radicata nel territorio continua a dialogare con nuove sensibilità. Seguono realtà storiche come la Trattoria Da Burde di Firenze, condotta da una famiglia che da decenni rappresenta la cucina toscana, e la presenza consolidata di Sora Maria e Arcangelo di Olevano Romano, che rimane tra le insegne più apprezzate nonostante una flessione in graduatoria.
Tra le conferme della top ten compaiono nomi come Mimì alla Ferrovia e La Brinca, locali che testimoniano come l’evoluzione non cancelli le radici, ma le valorizzi con rinnovata energia. I curatori della guida, professionisti del settore, segnalano una crescita della domanda e un innalzamento della qualità dell’offerta: il ricambio generazionale porta nuove idee in cucina e nella gestione, mentre i clienti mostrano maggiore attenzione alle materie prime.
Non mancano tuttavia elementi di contesto che pesano sul conto finale: l’aumento del costo medio del pasto è collegato al rincaro delle materie prime e alle spese di gestione, compresi i costi energetici. È un aspetto che i ristoratori citano regolarmente nelle conversazioni di settore, e che incide sulle strategie di prezzo e sul menù. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto la trattoria resti, nonostante tutto, un luogo di incontro: la sua capacità di raccontare un territorio continua a essere il vero valore riconosciuto dai recensori e dai clienti, e questo si traduce spesso in file di attesa e prenotazioni con settimane di anticipo.
