Ultima chiamata per il bonus barriere architettoniche: 75% di detrazione solo fino al 2025

Ultima chiamata per il bonus barriere architettoniche: 75% di detrazione solo fino al 2025

Una mano con un ventaglio di banconote in euro simboleggia il bonus fiscale per l'abbattimento delle barriere architettoniche. - quipromo.it

Alessandra Perrone

Novembre 15, 2025

Una sedia a rotelle che si ferma davanti a una rampa troppo ripida, un vicino che deve rinunciare a uscire di casa per una scala senza alternativa: sono scene comuni in condomini e palazzine italiane, e spiegano perché il tema delle barriere architettoniche resta centrale nella vita quotidiana. Per mitigare questi ostacoli lo Stato ha previsto un incentivo fiscale pensato proprio per rendere gli edifici più fruibili: il bonus barriere architettoniche con aliquota al 75%. Se non ci saranno proroghe, l’agevolazione scade il 31 dicembre 2025, una scadenza che orienta decisioni e cantieri in molte città. Un dettaglio che molti sottovalutano: i lavori devono essere pagati con il metodo previsto dalla legge per poter essere ammessi alla detrazione.

Ultima chiamata per il bonus barriere architettoniche: 75% di detrazione solo fino al 2025
Una persona in sedia a rotelle motorizzata transita su un marciapiede, evidenziando la necessità di spazi accessibili per tutti. – quipromo.it

Cosa prevede il bonus 75%

Il bonus barriere architettoniche è una detrazione fiscale che copre il 75% delle spese sostenute per interventi volti a eliminare ostacoli alla mobilità negli edifici. L’agevolazione si applica sia alle abitazioni private sia ai condomini e alle imprese quando l’immobile è destinato ad attività produttive o commerciali, a condizione che i pagamenti siano effettuati con bonifico parlante e le spese siano sostenute entro il termine stabilito del 31 dicembre 2025. La detrazione si recupera tramite rimborso Irpef o Ires, ripartito in cinque quote annuali di uguale importo; per questo è importante pianificare i tempi dei lavori e delle fatture. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: il requisito del bonifico parlante non è una formalità, ma la chiave per il riconoscimento dell’agevolazione in caso di controlli.

Possono accedere al bonus i proprietari, i condomìni, ma anche gli inquilini o i comodatari che sostengono le spese. Per i contribuenti con redditi oltre i 75.000 euro sono previsti limiti aggiuntivi che modulano la portata della detrazione in rapporto ai carichi familiari. Documentare l’intervento con fatture, ricevute e asseverazioni tecniche è essenziale: senza la corretta documentazione la detrazione rischia di non essere riconosciuta.

Limiti di spesa e interventi ammessi

Il bonus al 75% prevede tetti di spesa differenziati in base alla tipologia dell’edificio: fino a 50.000 euro per le case unifamiliari o le unità indipendenti in condominio; 40.000 euro per ciascuna unità negli edifici da 2 a 8 unità; 30.000 euro per ogni unità negli edifici con più di 8 unità. Ciò significa che in un condominio di sei appartamenti il tetto complessivo può arrivare a 240.000 euro. Un fenomeno che in molti notano solo in certe stagioni: i lavori avviati in prossimità della scadenza vanno programmati con attenzione per evitare ritardi nei pagamenti.

Rientrano nella misura gli interventi funzionali a garantire la mobilità: installazione o sostituzione di ascensori e servoscala, realizzazione di rampe o piattaforme elevatrici, adeguamento di bagni, corridoi e accessi. È fondamentale che le opere rispettino i requisiti del decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989, che definisce le prescrizioni tecniche per l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità. Anche la automazione degli impianti finalizzata all’abbattimento delle barriere è ammessa, così come le spese per lo smaltimento e la bonifica in caso di sostituzione degli impianti. Un dettaglio che molti sottovalutano: la semplice fornitura di ausili mobili (telefoni a viva voce, computer, tastiere speciali) non rientra nell’agevolazione se non è collegata a un intervento sull’immobile.

Alternative, Superbonus e contributi comunali

Oltre al bonus dedicato, è possibile scegliere la classica detrazione per ristrutturazione edilizia: fino al 31 dicembre 2025 la detrazione Irpef è al 50% per l’abitazione principale su un importo massimo di 96.000 euro, mentre per le seconde case la quota è al 36% sullo stesso massimale. Nel corso degli anni successivi questi valori cambiano: nel 2026–2027 la detrazione per la prima casa scende al 36%, per le seconde al 30%, e dal 2028 si prevede una aliquota unica del 30% con un massimale di 48.000 euro per unità immobiliare. Un dettaglio pratico: chi valuta l’opzione ristrutturazione deve confrontare il minor tempo di recupero fiscale e i limiti di spesa prima di decidere.

È possibile ricorrere anche al Superbonus per gli interventi “trainati” (compresi quelli per l’eliminazione delle barriere) solo se eseguiti congiuntamente a specifici interventi “trainanti” di efficienza energetica o antisismici e se rispettano i requisiti del decreto n. 236/1989. Il Superbonus è riconosciuto fino al 31 dicembre 2025 con aliquota variabile (fino al 70% per spese del 2024 e 65% per spese del 2025) ma solo quando i lavori sono stati avviati nei termini previsti. La platea ammessa comprende condomìni, persone fisiche proprietarie di edifici fino a quattro unità, Onlus e associazioni di volontariato o promozione sociale. Infine, per ridurre ulteriormente i costi esistono contributi comunali disciplinati dalla legge del 9 gennaio 1989, con finanziamenti a fondo perduto fino a 7.101,28 euro per chi possiede i requisiti: molte amministrazioni (per esempio nel Lazio o nel Lombardia) richiedono domanda e documentazione specifica all’ufficio competente. Un aspetto che conviene verificare direttamente con il proprio Comune, perché le procedure e le scadenze locali variano.

In molte realtà urbane tecnici e amministratori comunali segnalano un aumento delle richieste: per chi pianifica interventi è quindi utile valutare tempi, documentazione e combinazioni di agevolazioni, perché la scadenza del 31 dicembre 2025 può cambiare la convenienza economica e la sostenibilità del progetto.