Assegno di accompagnamento 2026: quanto sale l’importo, a chi spetta e cosa cambia davvero

Assegno di accompagnamento 2026: quanto sale l’importo, a chi spetta e cosa cambia davvero

Euro, carte di credito e documenti finanziari. Questo assegno fornisce un sostegno vitale a molte persone. - quipromo.it

Alessandra Perrone

Novembre 17, 2025

Quando una famiglia apre il conto e trova l’accredito mensile che sostiene le cure quotidiane, capisce quanto può fare la differenza una somma regolare. Sul tavolo delle scelte sociali è tornato il tema dell’assegno che accompagna chi non può muoversi da solo: quei soldi non sono solo un aiuto economico, ma uno strumento che tiene insieme la vita quotidiana di molte persone e i servizi di assistenza attorno a loro. In Italia il dibattito sulle risorse e sulla loro adeguatezza riguarda non solo le cifre, ma anche la certezza dei pagamenti e delle procedure.

Cos’è e come viene aggiornato l’assegno

L’assegno di accompagnamento è una prestazione economica destinata a chi ha una forma di invalidità civile totale e necessita di supporto per le attività di base. Non è una pensione legata al reddito: il criterio centrale è la condizione di dipendenza funzionale e la necessità di un aiuto costante. Nella pratica, si rivolge a persone riconosciute al 100% e a chi non è in grado di muoversi o di provvedere alla propria igiene e nutrizione senza assistenza.

Assegno di accompagnamento 2026: quanto sale l’importo, a chi spetta e cosa cambia davvero
Un anziano in sedia a rotelle elettrica, da dietro: simbolo dell’autonomia e delle sfide quotidiane affrontate dagli anziani. – quipromo.it

Il valore dell’indennità viene adeguato ogni anno con un meccanismo di rivalutazione che prende in considerazione i dati ufficiali sull’aumento dei prezzi. Questo sistema utilizza gli indici dell’ISTAT per aggiornare l’importo e cercare di preservare il potere d’acquisto dei beneficiari. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la rivalutazione segue ritmi tecnici e non coincide sempre con le esigenze reali delle famiglie; per questo i tecnici del settore ricordano che l’adeguamento automatizzato non basta a coprire tutte le spese legate all’assistenza domiciliare o alle terapie.

Lo stesso meccanismo si applica anche ad altre prestazioni collegate, e l’obiettivo dichiarato è mantenere stabile il valore effettivo dell’assegno nel corso degli anni, in relazione all’andamento generale dei prezzi.

Chi può riceverlo, come si chiede e cosa cambia nel 2026

Per accedere all’assegno di accompagnamento servono accertamenti sanitari e documentazione clinica che attestino la necessità di assistenza continua. La domanda va presentata all’INPS o agli enti competenti, allegando la documentazione medica richiesta. Nel processo di valutazione viene esaminata la capacità di deambulazione, l’autonomia nelle attività quotidiane e il quadro complessivo di salute. La procedura è amministrativa e sanitaria: decisioni e tempi dipendono da entrambe le valutazioni.

Il pagamento è mensile e, generalmente, l’accredito parte dopo l’approvazione della pratica; chi si occupa delle pratiche sul territorio sa che i tempi possono variare. In questi mesi si è ipotizzato che l’importo per il 2026 possa subire un incremento: secondo alcune stime, la rivalutazione legata all’inflazione potrebbe portare l’importo a cifre oltre 1.000 euro al mese per alcuni beneficiari, ma si tratta di proiezioni legate all’andamento dei prezzi e alle decisioni di politica sociale.

Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza tra costi degli assistenti domiciliari e i sussidi effettivi; per molte famiglie la compatibilità dell’assegno con altre entrate resta un nodo pratico. Chi ha dubbi sulla procedura o sulle conseguenze fiscali dovrebbe rivolgersi a un referente INPS o a un patronato prima di presentare la domanda. Molte famiglie pianificano già il bilancio domestico in funzione di quell’accredito mensile, perché è spesso la spina dorsale delle spese per l’assistenza e la vita quotidiana.